Avanzare verso uno specchio, con timore e nel contempo coraggio. Timore di svelarsi. Coraggio di rivelarsi. Riuscire a togliersi i tessuti della vita che ci coprono, ci nascondono, ci appesantiscono diviene metafora di un percorso esistenziale di immensa profondità. Drappi intrecciati, annodati alla figura: la mascherano, ne occultano l’identità più intima, fino a chiuderla, quasi ad imprigionarla, mentre lo specchio che riflette tutto ciò che è, anche la realtà più amara, restituisce il doppio volto di se stessi. La successione degli scatti offre un crescendo di sollecitazioni visive ed emotive: il desiderio di ri-trovarsi prende vigore dal lento de-stratificarsi. Coperte e veli coesistono in un groviglio che simbolicamente rimanda alle pieghe profonde del vivere: davanti a noi stessi non rimane che lasciar cadere le sovrastrutture che ci co-stringono per dare respiro al nostro io interiore. L’ultimo velo da rimuovere è quello che copre la vista: lo sguardo finalmente s-velato apre gli occhi della mente e diviene proiezione dell’anima.